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Una partecipata riunione di Assemblea

Martedì 17 dicembre, si è svolta nel palazzo comunale di Santo Stefano Belbo l’Assemblea dell’Associazione Comuni del Moscato. Una riunione partecipata da molti Amministratori, che ha visto anche la presenza di Giacomo Pondini, direttore del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti. La presenza di Pondini era legata al primo punto all’ordine del giorno: su richiesta dell’Associazione, e in particolare del presidente Pietro Cirio, è stato infatti invitato a esporre un aggiornamento relativo ai dati di mercato che interessano i principali vini del territorio: l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti.

Il direttore del Consorzio esordisce dicendo che nei prossimi tre anni non ci saranno nuovi bandi, dichiarando poi che i contrassegni sono allineati allo scorso anno e si rimane comunque in attesa dei dati definitivi che saranno pronti alla fine del mese; si registra una flessione che riguarda tutti i mercati, dovuta anche alla generale situazione geo-politica, e il clima offre incertezza per il futuro. Pondini ricorda anche l’iter relativo al nuovo prodotto Asti Rosato, con il disciplinare approvato dal tavolo regionale e la pratica ora ferma in Ministero; una battuta anche per l’Asti Secco, che può avere ancora delle opportunità - dice il direttore - ma oggi viene prodotto soltanto da piccole aziende, venendo così a mancare la necessaria forza promozionale. E a proposito di promozione, il direttore annuncia che è partita una nuova campagna sulle Tv e alle radio, oltre alla cartellonistica realizzata per l’esposizione: un investimento da 350 mila euro, che interesserà tutto il periodo natalizio.

In seguito, si è affrontato il secondo punto in discussione: la zonazione dell'areale di produzione della DOCG Asti e Moscato d'Asti e la richiesta informale da parte della Città di Asti di estensione di parte del territorio comunale. In merito, dai colloqui informali e occasionali avvenuti tra l'Amministrazione della città di Asti, Amministratori dei Comuni dell'areale di produzione, ed esponenti del Consorzio di tutela, non emerge oggi alcuna decisione e neanche un approfondimento sulla questione; si passerà a una discussione formale sull’argomento quando giungerà richiesta ufficiale da parte della stessa Città di Asti. In questo contesto, emerge il ricorso della vicenda degli anni 2012-2015, che fu fortemente divisiva all'interno dell'intero comparto, e in particolare tra le fila dell'Associazione dei Comuni. L'argomento, oggi come allora, appartiene ai proprietari della denominazione, ovvero a tutti i produttori della filiera.

In un clima di generale perplessità da parte dei Comuni dell'areale, è comunque emersa una volontà di esprimersi in un dialogo con il Comune proponente e ovviamente con il Consorzio. Andrà effettuato un approfondimento tecnico della richiesta, ma anche una riflessione storica che, partendo dagli albori di fine '800 passerà attraverso il momento della creazione del Consorzio di tutela e della definizione della Denominazione, arrivando al giorno d'oggi, nonché una riflessione socio-culturale ed economica che guardando all'oggi sappia riflettere sul domani. Gli Amministratori presenti in seno all’Associazione, che fin da subito hanno dimostrato di voler esprimere con determinazione le proprie idee, rimandano quindi una posizione ufficiale alla ricezione della richiesta da parte della Città di Asti.

L’Assemblea ha poi affrontato il terzo punto previsto, che richiedeva la corretta identificazione e il completamento della rappresentatività dei Comuni della Provincia di Asti all’interno del Consiglio direttivo dell’Associazione; in questo senso, è stato proposto e poi approvato l’avvicendamento tra il Comune di Coazzolo e il Comune di Castelrocchero; in tale modo, all’interno del Consiglio, la Provincia di Asti è così rappresentata attraverso gli Amministratori dei Comuni di Costigliole d’Asti, Calosso, Castelrocchero, Cassinasco e Loazzolo.