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Il salone era pieno zeppo. L’incontro dell’altra sera a Santo Stefano Belbo è stato organizzato per conoscere l’aggiornamento sulla situazione del comparto, per voce del Consorzio di Tutela. I dati di mercato e la decisione sullo sbloccaggio di altri quintali di uva come da programma d’intesa dell’ultima vendemmia. La grande presenza di coltivatori e produttori ha, ancora una volta, fatto capire l’importanza e la preoccupazione per l’attuale realtà economica del Moscato che colpisce, soprattutto, chi è ogni giorno in vigna e non trasforma il prodotto in cantina.
L’assenza dell’annunciato direttore Giorgio Bosticco è stata compensata dalla presenza del presidente Romano Dogliotti, dai vicepresidenti Stefano Ricagno e Flavio Scagliola e dal consigliere Filippo Molinari, tutti di parte agricola. Al tavolo dei relatori che ha affrontato la grande platea, il sindaco di Santo Stefano Belbo e presidente della Associazione Comuni del Moscato, Luigi Genesio Icardi.
I dati di mercato di questo inizio anno, che propongono anche un bilancio-confronto nel rapporto con le ultime annate, indicano una perdita per l’Asti Docg che nel 2018 è pari a quasi 1 milione di bottiglie, attestandosi a 50,8 milioni: i mercati dicono segno meno in Europa ma incrementi di vendite nell’Est; recupera il Moscato d’Asti Docg arrivando, nel 2018, a quasi 27 milioni di bottiglie; va ancora piano invece l’Asti Secco ma, come si è già detto, la sua vita è piuttosto giovane e rimangono aperte le importanti potenzialità di questo prodotto. Con questi segnali provenienti dal mercato, la platea - e con alzata di mano - ha chiaramente annunciato di non volere sbloccare alcun quintale di uva in più, neanche uno dei 5 ad ettaro previsti nella riserva. Una posizione ferma, importante e positiva, che nel disegno economico attuale non può che far bene per il futuro.
Non sono mancate le critiche sull’operato del Consorzio di Tutela, rivolte anche a quella parte agricola eletta dal popolo come sua portavoce, ma che si dichiara in grande difficoltà ad operare, scontrandosi continuamente nel confronto interno con la parte che rappresenta l’Industria. Giovanni Bosco incita come sempre alla guerra, a puntare sul Moscato d’Asti e non sull’Asti che secondo lui avrà vita breve, e vuole il nome del Comune di produzione sulla bottiglia. Mario Sandri, anche lui consigliere del consorzio, fa i conti in tasca ai viticoltori perché sia chiaro a tutti che, con le rese e i prezzi attuali, ogni ettaro di Moscato coltivato ha in bilancio più spese che ricavi. L’enologo Lorenzo Tablino ricorda che il contrasto tra l’Industria e la parte agricola c’è sempre stato per diversità di interesse, e torna sul solito grande problema puntualmente discusso: la promozione, che non esiste per i nostri prodotti. Un argomento e una riconosciuta causa per il problema delle vendite condivisa da tutti in sala.
Luigi Genesio Icardi ricorda che l’Associazione dei sindaci è a fianco dei coltivatori in questo contesto storico di emergenza per il comparto e in particolare per chi lavora in vigna; si vuole difendere e valorizzare la fatica così come lo splendore di un paesaggio che rischia il declino per abbandono dei terreni non più convenienti, innescando gravi problemi di dissesto idrogeologico e mandando all’aria il grande lavoro realizzato dai nostri antenati che hanno allestito un patrimonio vitivinicolo premiato dall’Unesco, e quindi di alto valore anche per il comparto turistico. Icardi, ha anche ricordato il lavoro della commissione che si sta occupando di identificare i sorì, da sempre elemento morfologico e produttivo speciale di questo territorio, che però rischia di scomparire - dati alla mano - a favore di posizioni coltivabili più comode.
Per l’occasione, in sala diversi giornalisti ed anche i rappresentanti delle diverse associazioni sindacali. Molti i giovani produttori che hanno voglia di continuare nel modo migliore il loro lavoro in vigna e in cantina e che chiedono chiarezza, chiedono una serenità e una serietà decisionale che troppo spesso nel mondo del Moscato viene a mancare, dove non mancano invece contrasti e difficoltà di comunicazione tra le diverse parti. Il Consorzio ha invitato infine tutti alla riunione in sede prevista il prossimo 4 marzo, per continuare le riflessioni e per decidere insieme ancora una volta le strade da percorrere.