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Allora è martedì 1 settembre la data ufficiale di inizio vendemmia per le uve Moscato, una data che rimane comunque indicativa: a far legge saranno i dati delle campionature che stabiliranno quando il cosiddetto quadro aromatico sarà completo. E l’uva pare essere di grande qualità e di discreta quantità, una soddisfazione per i nostri agricoltori, che si contrappone alle difficoltà legate al Covid-19 che hanno segnato questa annata.
I problemi legati alla pandemia potrebbero purtroppo creare ancora problemi per quanto riguarda la manodopera: è risaputo infatti dei diversi controlli ed esami a cui si devono sottoporre le persone in arrivo da Paesi stranieri: è questa una preoccupazione che impegna i datori di lavoro, le cooperative, i medici e le Asl e anche i Comuni che collaborano nell’informazione delle pratiche previste, ma sono passaggi necessari per evitare una nuova pericolosa diffusione del virus.
Ma tornando alla vendemmia, quella del 2020 infine non sarà quindi una vendemmia anticipata, ma in linea con la tendenza delle ultime annate. Le rese, decise in Consiglio al Consorzio, anche se non con voto unanime e certificate dalla Regione Piemonte, si confermano in 90 quintali ad ettaro per Moscato d’Asti e Asti Docg, 10 quintali in più destinati alla riserva che entra nel meccanismo del blocage/deblocage, e il 20% di produzione destinato invece agli aromatici. Il prezzo ormai la farà il mercato, ma si parte dai 110 euro a quintale per le uve a Docg.
Sarà probabilmente una vendemmia con poco fermento e con parecchi controlli, che offrirà sicuramente di nuovo grandi vini che continueranno a dichiarare l’eccellenza della produzione delle nostre colline: e questo è un bel sorriso luminoso che chiude le pagine tristi di questo anno.