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Sulle nostre colline i vignaioli prendono in mano increduli grappoli di uva Moscato: è una fotografia che data ancora luglio, fine luglio 2022. Si capisce che la vendemmia arriverà presto, una nuova raccolta condizionata da un’annata asciutta, partecipe di un quadro sociale colmo di preoccupazioni. A sostenere il morale dei produttori i dati confortanti del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, che registrano segnali positivi nei primi sei mesi di questo anno, senza avere ancora comunque i dati effettivi delle vendite.
Intanto, in un contesto di “risveglio” sociale dopo il passaggio del Covid che presenta alla nostra salute ancora i suoi strascichi, il Consorzio continua il suo impegno verso la caratterizzazione e l’identificazione delle aree di produzione: rotonde stradali, cartellonistica, stazioni di ricarica per le bici elettriche e la promozione con l’Ape Car customizzata ai piccoli e grandi eventi del territorio.
Ma i produttori continuano a pensare alla vendemmia, con lo sguardo costante verso il cielo a cui spettano le decisioni: questo è sempre stato il destino di chi lavora e vive con i frutti della terra. Ormai ci siamo, ci si sta organizzando per la raccolta sapendo che la resa sarà di 100 quintali per ettaro più 20 quintali come riserva. L’altra notizia che arriva dalle deliberazioni dell’Assemblea del Consorzio, è il piano che apre con un nuovo bando la possibilità di piantare o reimpiantare nuove viti di Moscato: 150 ettari per il 2023 e lo stesso per il 2024, per ottimizzare al meglio la produzione sull’onda dei riscontri positivi che i prodotti di queste uve stanno continuando ad avere sul mercato.