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Si è svolta lunedì 14 marzo a S. Stefano Belbo l’assemblea del CTM (Coordinamento Terre del Moscato) presieduta da Giovanni Bosco. Un nuovo incontro che ha raggruppato operatori e amministratori di questo comparto, dopo l’ultima occasione di dibattito che si è svolta lo scorso dicembre. Da allora sul tavolo le questioni non sono cambiate e registrano ormai una gravità dichiarata. Le ultime festività non hanno scosso i numeri di mercato dell’Asti che ha chiuso l’anno con 52 milioni di bottiglie vendute, mentre il Moscato d’Asti si attesta sui 22 milioni di bottiglie. L’altro numero che fa paura è 500.000: tanti sono infatti gli ettolitri che fissano le attuali giacenze e che rendono evidenza alla parola “crisi”. La riunione, molto partecipata come al solito, ha visto anche la presenza di Giovanni Satragno, presidente della Produttori Moscato, di Luigino Icardi, sindaco di S. Stefano Belbo e anche presidente della Associazione Comuni Moscato, e di rappresentanti delle unioni sindacali. Mentre il pensiero è ovviamente alla prossima vendemmia per la quale oggi si parla con rabbia di una resa a 65 quintali per ettaro, c’è sul tavolo la richiesta urgente di azioni già indicate mesi fa: la “costruzione” di un Consorzio di Tutela equilibrato, la richiesta di incontri regionali che analizzino per tempo lo sviluppo della situazione del comparto e la nuova idea di mercato che vorrebbe proporre anche il Moscato d’Asti Spumante. La platea presente all’assemblea attende quindi, e con parecchia impazienza, che si possa definire il nuovo organismo del Consorzio per iniziare a lavorare sui progetti, tra cui proprio quello del Moscato d’Asti Spumante per il quale si era previsto una sorta di “tavolo consultativo”, e anche gli incontri della Commissione Paritetica, già convocata senza successo a Gennaio ed ora fissata per il 25 marzo sperando che non salti nuovamente per la mancata presenza di parte dei componenti.