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Giovedì 16 febbraio la Commissione Tecnica del Ministero dell’Agricoltura ha accolto l’inclusione della nuova tipologia Asti Secco, ovvero un prodotto con residuo zuccherino inferiore a quello che caratterizza la versione dolce di questo spumante, nel disciplinare che regola il mercato delle uve Moscato. Una decisione attesa dal territorio, che la accoglie come una visione positiva che potrebbe incidere favorevolmente al consumo dei prodotti che provengono dalle uve delle nostre colline. Il prossimo passo avverrà tra circa venti giorni attraverso l'esame della richiesta al Comitato Nazionale Vini cui seguiranno altri sessanta giorni per il recepimento di eventuali obiezioni. Se tutto andrà per il meglio si avrà l'approvazione definitiva del disciplinare e partirà la commercializzazione delle bottiglie con la dicitura Asti Secco. Inoltre, si potranno utilizzare per questo commercio anche i mosti stoccati con la vendemmia 2016.
La "questione" Asti Secco era stata discussa dai diversi attori del comparto martedì 14 febbraio in Regione Piemonte, presente per l'Associazione Comuni del Moscato il consigliere e sindaco di Calosso Giuseppe Ugonia. In questo incontro tutte le parti rappresentative, compreso l'assessore regionale Ferrero, hanno dimostrato un certo entusiasmo per questo progetto di mercato e per il nuovo prodotto che comparirà certamente alle importanti fiere di settore che tradizionalmente si svolgono in primavera (Vinitaly e Prowine): anche se non potrà ancora essere posto in vendita con la nuova dicitura, sarà presentato, illustrato e sarà oggetto di degustazioni. Nella stessa riunione, la parte agricola ha sollevato il problema del mosto residuo dell'ultima vendemmia (6.000 ettolitri) non ancora ritirati dall'industria che si era impegnata a farlo, come era sempre avvenuto. La questione sarà oggetto di discussione al prossimo Consiglio Direttivo del Consorzio e dovrebbe risolversi nel migliore dei modi.