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Anche se i festeggiamenti ufficiali avverranno tra diversi mesi, probabilmente attraverso un grande evento d’insieme, l’invito ora è quello di gioire per il risultato ottenuto, acquistare la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo eccezionale, enfatizzarlo e condividerlo con tutte le genti del territorio, iniziando anche un progetto di comunicazione con i bambini e i ragazzi delle nostre scuole. Sono parole provenienti dall’incontro che l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte ha tenuto con i loro soci giovedì 3 marzo ad Asti. Mentre nelle stesse ore i responsabili delle ATL dei territori coinvolti dal riconoscimento affrontavano in Regione Piemonte una prima riunione sull’argomento, ad Asti era quindi l’ora dei ringraziamenti - estesi a tutti - e delle prime considerazioni del dopo-premio.
Il presidente della Associazione Gianfranco Comaschi ha evidenziato che gli studi e gli approfondimenti condotti per l’iter della candidatura saranno molto preziosi per il lavoro di definizione e di regolamentazione che da oggi dovrà essere affrontato. La vicepresidente Annalisa Conti ha ricordato che siamo ad un altro punto di partenza e che il riconoscimento deve essere (ancora e sempre) conquistato giorno dopo giorno, perché questo potrebbe essere cancellato o modificato e, a proposito della Associazione, puntualizza che non si tratta di una struttura-baraccone ma che è nata su precisa richiesta dell’Icomos già ai tempi del primo disegno di candidatura, in quanto serviva un unico interlocutore per il territorio coinvolto nel progetto.
Per la Regione Piemonte, Livio Dezzani prevede un percorso di lavoro molto dettagliato con una comunicazione curata e attenta e con, ovviamente, una importante parte tecnica dedicata alla amministrazione urbanistica e allo sviluppo del paesaggio. Si parte dall’attuale “Piano di gestione” (scaricabile sul sito della associazione www.paesaggivitivinicoli.it). Attenzione anche all’uso commerciale (vietato) dei loghi Unesco. Gli interventi di alcuni amministratori hanno posto in risalto la necessità di far percepire a tutti gli abitanti di Langhe, Roero e Monferrato l’importanza di questo “progetto culturale”, la volontà di creare coordinamenti, la ritrovata identità storica che per secoli aveva già unito questi territori, l’inopportuna distinzione tra le Core e le Buffer Zone.
E’ il tecnico Marco Valle a tirare le conclusioni, e rispondendo ad alcune domande degli intervenuti specifica che c’è la necessità di organizzarci con almeno quattro commissioni sui diversi argomenti, di strutturarci accanto alla Regione Piemonte che avrà una parte importante. Secondo Valle, sul territorio ci saranno ricadute economiche che non seguiranno certamente i confini e per quanto riguarda i vincoli, si deve considerare che esistono realtà industriali anche all’interno delle Core Zone riconosciute e quindi le misure saranno relative a condizioni già accettate, anche se sarà necessario mantenere massima l’attenzione. L’eccellenza conquistata dovrà essere “spalmata” sull’intero territorio e le diverse zone devono essere considerate un corpo unico. Sui confini tra Buffer e Core Zone un esempio su tutti: le Dolomiti sono conosciute come Patrimonio dell’Umanità ma in Core Zone hanno solo le vette, tutto il resto del territorio frequentato dai turisti è fuori dalla zona d’eccellenza.