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In vista del rinnovo delle cariche del Consorzio di Tutela che riguarda il Mondo Moscato, la parte agricola con una certa compattezza ha fatto sentire la propria voce nell’incontro che si è svolto a Santo Stefano Belbo nel pomeriggio di lunedì 13 gennaio. Un incontro voluto e rivolto a tutti, ma in a particolare ai giornalisti, ai produttori agricoli e ai sindaci che hanno risposto in forze indossando la fascia tricolore. Per l’occasione la sala del centro sociale Gallo era gremita da una platea attenta e interessata al destino politico dell’organismo che rappresenta l’importante produzione di uva Moscato del territorio di 52 Comuni.
I relatori che si sono susseguiti negli interventi erano Giovanni Satragno, presidente di Assomoscato, Paolo Ricagno per la Vignaioli Piemontesi, Roberto Cabiale per la Coldiretti, Ivano Andreos per la Cia, Luca Brondelli di Confagricoltura e Tommaso Abrate di Confcooperative. Ma le parole sul tema sono giunte anche dal pubblico ed in particolare dalla prima fila dove sedevano i parlamentari Massimo Fiorio e Mino Taricco, l’assessore regionale Giorgio Ferrero e il sindaco di Santo Stefano Belbo e presidente della Associazione Comuni del Moscato Luigi Genesio Icardi: tutti hanno portato i loro saluti e la loro opinione, in primis il sindaco Icardi che ha ricordato l’importanza che ha voluto significare la scelta di presentarsi con la fascia istituzionale, sottolineando l’importanza e la preoccupazione per il lavoro dei contadini sulle colline che riflette quella dell’economia di un intero territorio.
Al centro della discussione la volontà di difendere la poltrona della presidenza alle prossime elezioni in Consorzio, che per tradizionale alternanza spetta ora alla rappresentanza agricola. Senza fare alcun nome su eventuali candidati, questa è stata la ferma dichiarazione interpretata dalle diverse voci che si contrappongono al pensiero della parte industriale, a volte criticandone anche le azioni svolte. C’è stato lo spazio per un accenno ai Sorì (Lorenzo Tablino) di cui si chiede di riprendere il lasciato processo di valorizzazione, e si è ovviamente parlato anche dell’Asti Secco che procede la sua strada burocratica per confermarsi nuovo prodotto sul mercato, con la speranza che risollevi un po’ le sorti economiche di questa terra.