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Irrigazione di soccorso nei vigneti

Regione Piemonte, 11.08.2022

Oggetto: Chiarimenti sull’irrigazione di soccorso _ art 35 L. 238/2016.

In base a quanto convenuto nella seduta del 13 luglio 2022 del Tavolo Vitivinicoloe delle bevande spiritose e dei vini aromatizzati, con la presente si intendono chiarirealcuni punti relativi alla pratica dell’irrigazione nei vigneti.

Va rilevato, innanzitutto, che la L. 238/2016 all'art. 35 comma 1 lettera f) punto 2),sancisce: “ omissis...il divieto delle pratiche di forzatura, tra le quali non è consideratal’irrigazione di soccorso...omissis”, considerando quindi l’irrigazione di soccorso unapratica agronomica che può essere sempre utilizzata.

Tali concetti sono sostanzialmente ricompresi nei disciplinari di produzione delle DOpiemontesi, nei quali non è riportato il divieto di utilizzo dell’irrigazione di soccorso.

In ogni caso la pratica dell’irrigazione, per le produzioni a denominazione di origine, nondeve essere finalizzata all’aumento delle rese (in quanto si ricadrebbe nella fattispeciedella forzatura), ma può essere generalmente applicata con il fine di evitare i danni che sivengono a creare nei momenti critici in cui, senza un apporto aggiuntivo di acqua, vienemesso a rischio l’intero raccolto e finanche la longevità della pianta di vite.

E’ evidente come la coltivazione della vite europea (Vitis vinifera L.) stia cambiando inrisposta ai cambiamenti climatici in corso, poiché la coltura - pur tollerando bene lecarenze idriche e facendo un uso efficiente dell'acqua disponibile - risente anch'essa delcalo delle precipitazioni e della diversa distribuzione delle stesse nel corso dell’anno,nonché dell'aumento delle temperature.

Sino a qualche anno fa l’irrigazione era praticata quasi esclusivamente nei primi annid’impianto per salvaguardare la sopravvivenza delle piante in fase di attecchimento. Oggi invece risulta necessario, sempre più frequentemente, intervenire anche nei vigneti in produzione sia per preservarne lo stato di salute sia per mantenere un buon standard qualitativo delle uve.

Sempre più spesso l’irrigazione, qualora praticabile, rappresenta quindi uno strumento per sostenere, in altri termini soccorrere, il vigneto nei periodi di prolungata siccità anche legati al riscaldamento globale.

Pertanto l’irrigazione di soccorso è da considerare come una corretta pratica agronomica di mantenimento della vite.

In conclusione si ritiene dunque opportuno definire l’irrigazione di soccorso come quella pratica finalizzata a limitare lo stress idrico della pianta per preservarne lo stato fisiologico e la qualità delle uve.

Nell’ottica di promuovere il risparmio dell’acqua disponibile, con l’occasione si ricorda che una risorsa idrica da valorizzare è rappresentata dalle acque reflue di cantina ,che è possibile utilizzare sia per per irrigazione che per trattamenti fitoiatrici e diserbanti.

Le acque di cui parliamo sono quelle derivanti dalle operazioni di lavaggio nell'ambito delle attività di trasformazione dell'uva in vino, compreso il lavaggio delle attrezzature custodite nelle cantine dove vengono lavorati i mosti.

In Piemonte l'utilizzazione agronomica delle acque reflue di cantina è regolamentata dal Regolamento regionale 10/R/2007, che stabilisce che le acque reflue provenienti dalle operazioni di trasformazione dell'uva in vino, effettuate dalle aziende agricole che esercitano anche attività di trasformazione e valorizzazione della produzione viticola, possono essere reimpiegate a fini agronomici tramite l'applicazione al terreno e utilizzate per diluire e applicare i prodotti fitosanitari.

Se tali acque sono utilizzate per veicolare i prodotti fitosanitari, il loro uso è disciplinato dall'All. 1 della D.G.R n. 33-12520 del 9 novembre 2009, che ne definisce le modalità di utilizzo, vincolandone l'uso ai soli trattamenti fitoiatrici svolti fino alla fase della fioritura, oppure ai trattamenti diserbanti.

Il Responsabile del Settore Dott. Gianfranco Latino