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Usando le parole di Marco Protopapa, Assessore per l’Agricoltura della Regione Piemonte, la presenza di tante aziende, tecnici, amministratori e associazioni di categoria all’incontro avvenuto a Nizza Monferrato per fare il punto sulla Flavescenza Dorata, dimostra l’attuale grande interesse sull’argomento ma soprattutto attesta quanto incida oggi la malattia sulla produzione vinicola regionale.
L’appuntamento è stato voluto proprio dalla Regione Piemonte, e dopo i saluti istituzionali ecco l’introduzione di Luisa Ricci, Dirigente del Settore Fitosanitario e dei servizi tecnico-scientifici, a cui è seguito l’intervento di Paola Gotta sull’inquadramento dell’emergenza e sul Piano d’azione regionale e di vigilanza sul territorio. Una figura, quella della Gotta, che ben conoscono i responsabili dei progetti-pilota territoriali per il continuo confronto sulle attività di monitoraggio e presenti anche in questa occasione per presentare il loro lavoro: Domenico Perfumo per il Nicese e Val Tiglione, Attilio Pecchenino per il Doglianese e Monregalese, Luca Luigi Tosa per il Moscato Cuneese e le Valli Belbo, Tinella e Bormida, Marco Visca per la Provincia di Alessandria, Davide Ferrarese per i Comuni del Gaviese, Luciano Laiolo per Canavese-Eporediese-Carema e Giancarlo Martina per la Val di Susa.
Ciascuno dei 7 progetti-pilota territoriali, avviati nel 2007 nelle principali zone viticole con lo scopo di effettuare monitoraggi delle popolazioni dell’insetto vettore, delle piante sintomatiche e di coordinare il posizionamento dei trattamenti insetticidi, raggruppa più Comuni e coinvolge viticoltori, amministratori locali, tecnici, consorzi e cantine sociali. La Flavescenza è sotto osservazione da quando è comparsa, 25 anni fa, ed è ormai chiaro che preferisce il vitigno Barbera, coltivato nel 25% della superficie viticola piemontese, che risulta essere il più sensibile alla malattia. La diffusione compare però anche sulle altre varietà coltivate, anche se in tono minore, e l’unico modo per combatterla è contenerla, procedere con l’estirpo delle piante infette e mantenere la pulizia delle aree, con particolare attenzione ai gerbidi.
Per quanto riguarda le aree del Moscato, ecco uno stralcio dell’intervento di Luca Luigi Tosa, vicesindaco di Cossano Belbo: ogni piano ha una sua impostazione, nel nostro caso l’attività di monitoraggio è portata avanti attraverso un coordinamento tra i Comuni, mediante il lavoro da parte di Servizio Fitosanitario Regionale, tecnici delle associazioni sindacali e agricoltori che ringraziamo per il loro contributo attivo; purtroppo però i risultati del monitoraggio sono poco rincuoranti, negli ultimi anni si constata una tendenza ad un aumento di Scaphoideus e della malattia, così come la presenza di altri insetti sotto osservazione per la capacità di veicolare il fitoplasma. La Flavescenza non si può curare con trattamenti specifici, ma si può contenere con efficacia eliminando le fonti di malattia all'interno e all’esterno del vigneto, oltre che limitare la presenza dell'insetto vettore. Intanto c'è fiducia e speranza nella ricerca.
Mentre il vicepresidente regionale Fabio Carosso si è detto convinto che l’approfondimento del dialogo tra le istituzioni e i tecnici sia assolutamente indispensabile e proficuo, in chiusura dei lavori l’Assessore Protopapa ha annunciato la costituzione di un tavolo di coordinamento regionale dedicato alla Flavescenza Dorata, così come già si allestito per altre tematiche relative all’Agricoltura.