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Se il precedente incontro che ha riunito i moscatisti aveva già posto in risalto il lavoro dei vignaioli quale nobile motivo per difendersi dalle ingiustizie relative alla questione del Comune di Asti, l'affollato incontro del 22 marzo al Teatro Balbo di Canelli - organizzato dal Consorzio di Tutela - ha reso i nostri coltivatori di vigne dei veri protagonisti. La festa e il riconoscimento sono stati dedicati a chi scende e risale giornalmente le ripide colline per gestire i propri vigneti, lavorando in condizioni difficoltose dove l'applicazione meccanica mostra tutti i suoi limiti: oltre il 50% di pendenza, i pali dei filari che diventano anche sostegno per l'equilibrio del passo e per la terra che non scenda a valle.
Nel vasto territorio dei 52 Comuni sono 336 ettari su quasi 10.000: 211 in provincia di Cuneo, 112 in provincia di Asti e 14 in provincia di Alessandria. Nelle tre province solo 8 Comuni su 52 non hanno pendenze del 50% ma tutti hanno tra i loro confini ripidità del 30%. Il maggior numero dei versanti più erti sono a S. Stefano Belbo (74 ha) per la provincia di Cuneo, a Loazzolo (18 ha) nella provincia di Asti e a Bistagno (5 ha) in provincia di Alessandria.
Vigne spesso vecchie, che rischiano di sparire, che vanno difese e valorizzate. Che richiamano i tempi antichi, quando forse era scontato lasciare i filari solo in zone impervie, magari terrazzate, preferendo altre colture per la collina più dolce. Questi “sorì” rubano il sole migliore, rilasciano gusti e sorrisi e spesso sono rugosi come la pelle dei tanti lavoratori che hanno ricevuto il premio: sono ben 802, una trentina superano anche i novant'anni e rappresentano un valore prezioso costruito in tanti anni che ha certamente ispirato il titolo della candidatura a Patrimonio dell'Umanità attualmente in corso.
L'appuntamento canellese era quindi un atto dovuto e tra i numerosi interventi che hanno regalato numeri e dati, la voce dei vignaioli è stata certamente la più eloquente, testimoniando il loro grande e rituale attaccamento al lavoro che produce uva Moscato. Chissà, l'entità del riconoscimento economico (in totale 300.000 euro) potrebbe cambiare e certo l'attenzione al mercato e alla resa di produzione dovrà sempre essere costante, ma oggi si vuole solo rendere onore alla vigna faticosa e a chi la conduce. Il progetto dei Vigneti Eroici, gestito da una Commissione Qualità che vedrebbe bene anche la presenza della Associazione Comuni del Moscato (il Comune è il riferimento istituzionale di ogni territorio e può segnalare luoghi e persone), è una buona azione che può assumere anche un carattere turistico, con o senza Unesco, investendo sforzi che alla fine potrebbero giovare alla nostra economia che non può più scindere il vino, il territorio, la cultura e, appunto, il turismo.
(Si ringraziano Giovanni Bosco del CTM e il Consorzio di Tutela per i dati ricevuti.)