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Sabato 8 dicembre si è tenuto a Santo Stefano Belbo il tradizionale incontro sul Moscato, promosso dal CEPAM di Luigi Gatti insieme al CTM di Giovanni Bosco. Iniziato con poco pubblico, l’evento ha infine raccolto un discreto numero di presenze, per un confronto che è durato oltre due ore. Il titolo dell’incontro suggeriva un bilancio sul nuovo prodotto Asti Secco, un riscontro richiesto al pubblico e ai relatori della giornata che erano Flavio Scagliola, vicepresidente del Consorzio di Tutela, Giorgio Bosticco, direttore dello stesso Consorzio, Francesco Bocchino, assessore comunale di Santo Stefano Belbo, Bruno Penna, sindaco di Castiglione Tinella e consigliere della Associazione Comuni del Moscato e Lorenzo Tablino, enologo e giornalista.
La domanda della giornata ha trovato una risposta unanime: la storia dell’Asti Secco è iniziata neanche due anni fa e ha registrato 1,8 milioni di bottiglie vendute: troppo presto per una sentenza, anche se in fondo viene da pensare che il dato sia positivo, ed anche che c’è ancora tanta strada da fare soprattutto per promuoverlo. Tema, quello della promozione, particolarmente dibattuto nella mattinata, pensando alle inutili cifre spese in passato e a ciò che si potrebbe fare. Risultano certamente valide le azioni intraprese dal Consorzio recentemente, l’organizzazione di incontri in diverse prestigiose sedi del territorio per porre di fronte i produttori e i giornalisti è certamente una strada giusta da percorrere. Certo serve dell’altro: la valorizzazione delle nostre colline a vigneto ha ancora molte soluzioni da raggiungere, anche relativamente alle indicazioni visive per i turisti, la cui realizzazione dovrebbe già essere nei programmi dello stesso Consorzio.
Il lavoro della commissione speciale che si sta dedicando ai Sorì è un tema che è stato accennato ma non approfondito, è però una realtà seria e importante: si stanno infatti susseguendo i tavoli di lavoro con la Regione Piemonte e c’è la volontà di raggiungere presto dei risultati da parte di Consorzio e associazione dei Sindaci che si sono unite per questo progetto: punto cruciale sarà la risposta che daranno i diversi assessorati regionali che saranno interpellati.
Come ogni anno non sono mancati i numeri del mercato: oltre al dato dell’Asti Secco sopra menzionato, si scopre che l’altro Asti, quello dolce, ha raggiunto i 51 milioni di bottiglie e si appresta ad affrontare il periodo natalizio, con la speranza che possa far crescere i numeri. Sui 30 milioni di bottiglie il Moscato tappo raso, per ora ancora in perdita.
La provocazione di Giovanni Bosco, giunta puntuale come sempre, quest’anno proponeva la divisione del disciplinare, da una parte le uve per il Moscato tappo raso dall’altra quelle per l’Asti: idea giudicata non fattibile. Tanti gli interventi dalla platea, che infine hanno offerto un carattere positivo e costruttivo al dibattito; è risuonata la parola “cultura” che ha stimolato una riflessione sul nuovo modo di comunicare e di accogliere i visitatori-clienti, attraverso il grande e prezioso ambito turistico che ormai risulta parte integrante della nostra economia. Tablino ha infine offerto il solito tuffo nel passato, riportando scorci di storia del mondo Moscato, che fa sempre bene ascoltare.