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L’Asti Secco è stato ufficialmente presentato a Canelli in pompa magna davanti a un numeroso pubblico, con un evento che ha lasciato poco spazio ai saluti istituzionali (nell’ordine) del presidente del Consorzio Romano Dogliotti, del direttore Giorgio Bosticco, dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero, del presidente dell’associazione Comuni del Moscato Luigi Genesio Icardi, eleggendo invece, quale momento centrale dell’incontro, la presentazione della campagna promozionale e comunicativa dedicata al nuovo prodotto, che avrà infine una disponibilità di circa 7 milioni di euro: l’agenzia torinese Hub09 ha consegnato alla visione di tutti messaggi incisivi e misurati, immagini da calendario scattate tra i vigneti con chiari riferimenti al popolo giovane e al glamour, l’importante riferimento al Patrimonio Unesco.
Veri protagonisti della giornata sono stati però i 16 produttori che per primi hanno creduto al prodotto, offrendo subito una importante spinta commerciale con il lancio sul mercato delle proprie etichette; tra loro compare la grande industria e l’azienda agricola e questo è un bel segnale, che richiama una certa compattezza del territorio a voler credere in questa nuova declinazione dell’Asti che, tutti ci auguriamo, possa segnare una svolta e offrire infine maggiore serenità economica e sociale alle migliaia di aziende che producono uva Moscato sulle nostre colline.
Citando il noto film che ci ricorda il grande Massimo Troisi, sulla scena canellese il sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Icardi, a nome di tutti i viticoltori dei Comuni del Moscato, ha forse lasciato il titolo-augurio più bello: “il territorio ricomincia da tre”, dal Moscato d’Asti, dall’Asti Dolce e dall’Asti Secco, ed affronta l’ennesima nuova scalata per trovare un sole pieno di soddisfazioni sulle nostre colline. ”Ricomincio da tre” perché, anche se stiamo celebrando la nascita di un nuovo grande prodotto, è bene non dimenticare gli altri due: il Moscato d’Asti che è ormai un grande protagonista del mercato, capace di decidere le sorti, e l’Asti dolce che pare un po’ messo da parte, all’ombra degli investimenti della grande industria.
Nella giornata canellese è risuonata infatti più di una volta la parola “cambiamento”, a nostro avviso voce un po’ stonata in questo contesto. Non è un cambiamento l’introduzione del nuovo Asti Secco, ma solo un altro modo di vedere e di interpretare i meravigliosi gusti che dona il vitigno Moscato Bianco, a sostegno di un panorama già schierato. Ma a Canelli, l’euforia si percepiva e la curiosità era tanta, la stessa che viene registrata oggi anche sulle piazze di vendita delle aziende produttrici che hanno già riempito 700 mila bottiglie, un interesse che si rileva in particolare nell’ambito della ristorazione, dove pare stia avvenendo la migliore accoglienza.
L’Asti Secco si conferma dunque senza dubbio un grande prodotto, ora resta a noi offrire tutto il sostegno e la fiducia indispensabili.