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Il Canelli D.O.C.G, la nascente nuova denominazione che individua un cru di Moscato d’Asti con un proprio disciplinare di produzione e area dedicata, è un progetto che va difeso e promosso perché è a beneficio di tutta la filiera. E’ un progetto che parte da lontano, su cui si lavora da anni, ed ora la scelta di realizzare una nuova D.O.C.G. è stata voluta e deliberata dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti, su consiglio della Regione Piemonte. Ci sono però alcune aree che, pur essendo incluse nella vecchia sottozona Canelli, sono state escluse dal disegno di questa nuova denominazione, e che vorrebbero invece continuare a far parte della zona di riferimento.
Credo che questa questione sia piuttosto importante, ed è certamente materia di discussione per un tavolo della Associazione dei Sindaci del Moscato, perché strettamente legata al territorio e al comparto; a mio avviso, vanno fatte le giuste valutazioni per avere un giusto e storico coinvolgimento del territorio del Moscato in questa nuova misura, ed è giusto sentire le voci e le versioni dei diversi attori coinvolti nell’operazione, cercare una condivisione senza alcun preconcetto e con la massima apertura possibile.
Sono infatti istanze che vanno analizzate alla luce delle possibilità reali e concrete di un accoglimento dei diversi Comuni interessati, ed in ogni caso, lo scopo primario deve essere nel rispetto delle tipicità e dell’opera che in molti hanno messo in atto, e non da ora, per la valorizzazione di ogni sfaccettatura dell’universo Moscato.
Molti sono gli strumenti che abbiamo a disposizione: dalle menzioni geografiche aggiuntive alle sottozone, l’importante è lavorare insieme, uniti per il nostro territorio.
Come Presidente della Associazione dei Comuni del Moscato, ed anche sindaco di un Comune che rivendica la più ampia superficie vitata di questo splendido vitigno, comunico la disponibilità del gruppo che presiedo ad affrontare questa questione, auspicando che dal confronto su questo e altri progetti con al centro le migliori ed eccellenti produzioni agricole piemontesi, nascano iniziative comuni, costruttive e lungimiranti, perché, come dimostrano molti esempi virtuosi, il Piemonte quando fa squadra, anche e soprattutto in campo agricolo, raggiunge ottimi risultati.
Luigi Genesio Icardi