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Come già accennato precedentemente, i numeri del mercato che interessano i vini prodotti con le nostre uve Moscato delineano una crescita e quindi prospettive positive. Si torna a parlare di quasi 100 milioni di bottiglie,vendute nel 2013, di cui 74,2 milioni di Asti e 25,2 di Moscato d'Asti, quantitativi che ricordano i dati di qualche anno fa. Se la percentuale di prodotto esportato fa ben sperare con un 86% che comprende i due grandi vini, spiace per il mercato italiano sempre dormiente e risulta difficile prevedere un risveglio con l'attuale condizione socio-economica e politica del paese. Visti i numeri sopra esposti, si torna a parlare di quei 5 quintali di uva per ettaro previsti nell'accordo dell'ultima vendemmia attraverso il “blocage-deblocage” che, probabilmente, saranno appunto sbloccati consentendo un ulteriore quantitivo alla nobile denominazione e maggiori ricavi per i produttori. Dal Consorzio di Tutela intanto è arrivata anche la notizia del rientro nella struttura di Martini & Rossi, Gancia, Fontanafredda e Toso, mentre il CTM di Giovanni Bosco continua la battaglia a favore del Moscato d'Asti Spumante, idea che a qualcuno piace e ad altri no.